lunedì, gennaio 25, 2010

il valore della memoria

…..quando avvertiva che la sventura stava per abbattersi sul suo popolo, il Baal Shem Tov usava ritirarsi in raccoglimento in un dato punto del bosco. ivi giunto, accendeva un fuoco e recitava al cielo una preghiera e il miracolo si compiva, e la sventura era scongiurata.
gli anni passarono e toccò al suo discepolo, il Maghid di Mesritch, intervenire per scongiurare le sventure che via via, minacciose si profilavano.
in quei momenti, il Maghid si recava nel bosco e diceva: “Signore del Cielo, prestami ascolto. come vada acceso il fuoco non lo so, nessuno me lo ha insegnato oppure l’ho dimenticato. però la preghiera sono ancora capace di recitarla, e credo che basterà”.
e il miracolo si compiva.
gli anni passarono, nubi cariche di sventura si addensavano. dal suo ritiro nascosto nel bosco Rabbi Moshe Loeb di Sesow diceva: “non so come vada acceso il fuoco, non conosco la preghiera: perché nessuno mi ha insegnato il modo e le parole, oppure perché io stesso le ho dimenticate. però il luogo so come trovarlo e forse basterà”.
e ancora il miracolo si compiva.
poi toccò a Rabbi Israel di Rizin scongiurare le minacce che incombevano sul suo popolo.
seduto su un pancaccio, si prese il capo fra le mani e mormorò: “non so come vada acceso il fuoco, non conosco la preghiera, non so più trovare quel punto nel bosco. niente di tutto questo so, nessuno me l’ ha insegnato oppure l’ha dimenticato. tutto quel che so fare, è tener viva la memoria di questa storia: basterà?
(dalla tradizione orale dei Hassidim)

3 commenti:

kalz ha detto...

Credo proprio di no. Per dirla tutta, sono convinto che se appena se ne presentassero le condizioni, ci metterebbero cinque minuti a riaprire Auschwitz

Anonimo ha detto...

credo che la memoria sia una condizione necessaria,ma non sufficiente.
ma non per questo dobbiamo rinunciare....

kalz ha detto...

Sulla memoria con me sfondi una porta aperta, ma confermo quanto detto nel primo post