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venerdì, luglio 08, 2011

complimenti e paradossi

capita a volte che le cose belle ti rendano triste.
giusto l'altro ieri una persona per cui ho stima, fiducia e affetto mi ha fatto un bellissimo complimento.
ha riconosciuto che un'esperienza particolarmente profonda e intensa si era trasformata, quasi senza che me ne accorgessi, in uno sguardo diverso e una nuova attitudine nei confronti nella vita.
mi ha sorpreso, persino commosso.
eppure solo qualche ora dopo mi sono ritrovata a riflettere con amarezza su come alcune delle cose che contano e che amo di più di me non abbiano mai smesso di isolarmi dagli altri.
ho pensato a quante volte nella vita pubblica e privata sono stata fraintesa, scartata, a volte calunniata, altre semplicemente non creduta, spesso ignorata, persino lasciata per questo.
forse "l'accettazione nel senso più alto del termine" che a quanto pare ho conquistato non arriva ancora ad un sereno distacco di fronte ad un diaframma invisibile, ma apparentemente invalicabile.
e ci sono giorni in cui potersi guardare allo specchio senza abbassare lo sguardo non basta a lenire il senso di solitudine e di separazione.

mercoledì, marzo 30, 2011

memento per gli anni a venire

lascio la parola a lei perché non avrei saputo dirlo meglio.

I wanted a perfect ending.
Now I’ve learned, the hard way,
that some poems don’t rhyme,
and some stories don’t have a
clear beginning, middle, and end.
Life is about not knowing,
having to change,
taking the moment and making the best of it,
without knowing what’s going to happen next.
Gilda Radner

[grazie alla FFer Lindalov per la scoperta]

mercoledì, marzo 31, 2010

here we go again...

la prossima settimana compirò cinquant'anni.
un traguardo e un passaggio importante. e difficile. specie per una donna.
non posso neppure dire di non essere dove o come mi immaginavo perché da un certo momento in poi - e piuttosto presto - ho smesso di sognare il futuro e mi sono limitata a cercare di sopravvivere, di restare a galla.
o forse, semplicemente, il passato a cui avevo voltato le spalle, consegnandogli in pegno una parte di me, ha cominciato a richiamarmi inesorabilmente indietro.
mentre in apparenza, con cieca cocciutaggine, mi sforzavo di andare avanti.
e ora che quei conti sono stati saldati e alla fine sono libera di guardare un orizzonte nuovo, è come se fossi stranita, disorientata da quella libertà, da quell'integrità che pure ho inseguito per tutta la vita.
quasi una vertigine di fronte ad un precipizio.
ma è proprio qui che volevo essere.
di nuovo.
e questa volta intera.
e non sola...

http://www.youtube.com/watch?v=BOByH_iOn88

domenica, febbraio 21, 2010

ogni fine è un inizio

ci sono momenti in cui si va avanti, anche alla cieca, per pura ostinazione.
per dimostrare qualcosa a se stessi più che per autentica necessità.
quando si dovrebbe invece trovare il coraggio per fermarsi.
tornare indietro.
e ricominciare.
anche resistere ad ogni costo può essere, oltre che autolesionistico, una semplice questione di orgoglio.
a volte bisogna semplicemente arrendersi.
toccare il fondo.
per risalire di nuovo...
e respirare a pieni polmoni.