domenica, febbraio 06, 2011

un bambino

cammina con la testa leggermente piegata in avanti.
nonostante l'età - non ha più di tre anni - non per misurare con prudenza i passi nella leggera discesa che forse porta al mare in un'estate ancora in bianco e nero.
piuttosto assorto nei pensieri, in un mondo solo suo che le voci, le parole degli adulti non possono scalfire.
quietamente fiero, libero e contento di sé.
con un accenno di sorriso sulle labbra e giusto un'ombra di solitudine alle spalle.
lo vedo nitidamente anche oggi quel bambino.
nei silenzi, nelle chiusure ermetiche e improvvise.
mi chiedo quando e come le amarezze e i dolori della vita hanno trasformato quella consapevolezza di forza in una difesa quasi impenetrabile.
la fiducia in disillusione.
vedo l'ombra farsi più densa e spegnere il sorriso, la speranza.
vorrei allungare la mano, carezzarti.
vorrei che sentissi che si può condividere anche un silenzio.
e che una resa non è una sconfitta.

3 commenti:

kalz ha detto...

Bello, molto bello. Veramente bello. Intendo dire che mi è proprio piaciuto, ma non so se sono riuscito a spiegarmi.

Anonimo ha detto...

:)! [si è spiegato benissimo]

Daniela ha detto...

Questa è poesia! È il libero fluire dei pensieri, lo stream of consciousness della nostra cara amica anne67, continua, vogliamo sapere se la carezza ci è stata :-)