lunedì, luglio 20, 2009

postilla a Filippo 2

(...) qualcuno, con le credenziali professionali in regola per affermarlo, tempo fa, di fronte alla mia sorpresa per una reazione totalmente inaspettata di una persona che mi è cara, ha detto:
“non dovrebbe stupirsi. la felicità è altrettanto stressante e spesso fa più paura del dolore” .
come non pensare che questo valga per l’amore, soprattutto agli inizi quando è ancora solo una speranza, una promessa?
non credo che si rinunci per fessaggine pura e semplice.
mancanza di coraggio piuttosto, a volte più ignavia che vigliaccheria.
si può riconoscere l’amore con la A maiuscola, l’amore Vero, quello giusto e se sì come?
quello che ho vissuto e visto finora mi porta a credere che siano giusti anche gli amori sbagliati. quelli senza lieto fine, che ti riducono il cuore in frammenti così piccoli da sembrare ripassati con il pestello.
che fanno di te una persona che fino a poco tempo prima non riuscivi neanche ad immaginare e stenti ancora a riconoscere allo specchio, ma infinitamente più vicina al nucleo, all’essenza di quello che sei di quanto tu sia mai stato prima.
credo si “senta” se un amore ti segnerà la vita e che questa percezione abbia poco o nulla a che fare con il pensiero, la razionalità.
non è detto che succeda immediatamente, a volte questa consapevolezza fatica così tanto a farsi strada tra gli infiniti pregiudizi e preconcetti a cui ci aggrappiamo da arrivare troppo tardi.
quando quello che gli antichi greci chiamavano kairos, il momento giusto, è svanito per sempre.
e, come si chiedeva qualcuno pochi giorni fa, abbiamo veramente scelta, siamo liberi o legati inesorabilmente ad un destino più o meno segnato anche in questo?
gli psicanalisti amano dire che se l’amore è cieco, l’inconscio ci vede benissimo.
in genere succede quello che capita al soldato che per sfuggire alla morte preannunciatagli corre a nascondersi a Samarcanda per ritrovarsela puntualmente di fronte al momento stabilito.
no, non possiamo scegliere o influire più di tanto su ciò che ci accade, anche se sicuramente c’è una misteriosa corrispondenza tra ciò che avviene dentro e fuori di noi.
ma è qualcosa di cui ovviamente ci accorgiamo solo a posteriori.
la nostra libertà si gioca essenzialmente su come viverlo.
in fondo siamo come marinai, all’inizio totalmente inesperti, alle prese con l’immensità dell’oceano. possiamo imparare a navigarlo, mai avere la presunzione di averlo conosciuto davvero fino in fondo o peggio definitivamente domato.
se riusciamo a sopravvivere all’esuberanza e all’incoscienza della giovinezza quello che possiamo sperare è di riuscire ad approdare su una spiaggia con qualcuno disposto a condividere con noi il viaggio e la terraferma.
l’unico vero errore sarebbe rimanere in eterno sulla riva ad aspettare…..

2 commenti:

kalz ha detto...

Più passa il tempo e più aumenta la mia stima, e il mio affetto, per gli amori sbagliati. Scopro l'acqua calda, visto che Buzzati, che se ne intendeva, ci ha scritto su un bellismo romanzo già nel 1963. Tutti gli hanno dato del "pirla", io invece gli voglio molto bene proprio perché aveva ragione lui. Da vendere!

Anonimo ha detto...

condivido. anche se, quando la deriva malinconico-masochista rischia di prendere definitivamente il sopravvento, mi ripeto che essere grata a qualcuno per quanto mi ha fatto soffrire forse è davvero troppo ;D....