mercoledì, settembre 02, 2009

nomen omen

il mio nome è lungo e si presta ad equivoci già nella versione completa.
c'è quella tradizionale, austera, che ricorda l'originale ebraico - dal significato beneaugurante, ma terribilmente impegnativo - e quella "ridotta", voluta e difesa a spada tratta da mia madre che, con la sola eliminazione di una vocale iniziale, richiama ahimè un tormentone anni '70 reso celebre da un crooner, o presunto tale, spagnolo che mi ha perseguitato per buona parte dell'adolescenza e della giovinezza.
in genere però, appena passate le fasi iniziali della conoscenza, quasi tutti inavvertitamente scivolano nel diminutivo.
con una sola significativa eccezione. gli uomini che hanno contato sentimentalmente nella mia vita si sono sempre categoricamente rifiutati di usare il diminutivo. uno in particolare.
per cui nella memoria il mio nome non risuona con il singulto iberico di Julio Iglesias, improbabile precursore di Amy Winehouse e Giuliano Sangiorgi, ma con un'inflessione che ricorda pericolosamente quella di Macario......

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