lo ammetto, sono un po’ strana.
non so se in fondo sono rimasta una contadina, se subisco ancora il fascino del ricordo del ritorno a scuola dopo le vacanze estive o se sono davvero lunatica e umorale, come sostiene qualcuno, ma per me l’anno nuovo comincia con la luna d’autunno, Rosh Hashanah, il capodanno ebraico.
quindi niente bilanci di vita a Capodanno (che in genere mi annoia a morte).
è vero però che Natale con il suo carico simbolico di speranza, di luce nel cuore dell’inverno, fa inevitabilmente da cartina di tornasole agli stati d’animo, specie di quelli più cupi.
per questo, anche nei tempi più bui, non ho mai rinunciato a festeggiarlo, per quanto potesse essere duro o faticoso e pesanti le circostanze.
perché farlo avrebbe significato rinunciare non al presente, ma al futuro.
fino a due anni fa, quando, in uno stato d’animo non molto diverso da quello icasticamente descritto qui, mi sono arresa.
ho detto basta.
semplicemente se non era Natale dentro era inutile che fingessi lo fosse fuori.
da lì, da quel Natale di cenere, ho ricominciato.
l’anno scorso di questi tempi avevo già fatto un bel po’ di strada dal presunto punto di non ritorno, ma era come se stessi ancora ferma sulla soglia.
incerta se e come compiere il primo passo fuori dall’uscio.
poi, totalmente inaspettato, è arrivato qualcuno che semplicemente mi ha teso la mano.
l’ho afferrata e sono uscita.
da quel momento non mi sono più fermata.
ho archiviato il passato, lasciato dietro di me tutto quello che con immensa fatica continuavo inutilmente a trascinare, per riprendere a camminare leggera e percorrere nuove strade.
l’anno che se ne sta andando ha portato via con sé una persona che mi era troppo cara per catalogarlo come un anno felice, ma certo mi sento serena, forte, persino spensierata, come forse mai prima nella mia vita.
la verità è che i Clarence - gli angeli custodi di II classe - si incontrano non solo nei film di Capra, ma nella vita di tutti i giorni, anche sotto le sembianze più improbabili.
può esserlo ciascuno di noi, persino involontariamente o al di là delle proprie intenzioni.
e se lo siamo stati almeno una volta per qualcuno - sono convinta - prima o poi, quando ne avremo bisogno, la vita ci restituirà il favore…..
martedì, novembre 24, 2009
tristi a Natale...
Etichette:
anne67,
bilanci,
Capodanno,
Grazia Blog,
Natale,
sentimenti,
tristi a Natale
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
L'arrivo del Natale e l'atmosfera di festa mi mettono la malinconia. Peccato, perché da bambino mi piaceva molto.
Bando alle tristezze. Sul Capodanno confesso una perversione. Il mio sogno è di trovare prima di morire qualcuno che lo detesti quanto me e passarlo insieme a quella persona, senza nessun altro intorno. Comincio a disperare di riuscire a cavarmi questo sfizio, ma si vive anche di speranze.
se è innocua non è una perversione, kalz ;).
e nello spirito del post mai disperare.
quanto a me credo che con due nipotini, rispettivamente di 3 anni e 4 mesi, l'atmosfera triste o anche solo tranquilla sarà bandita dalle feste per un bel po'.....
Sì credo anch'io che il fatto di non avere figli o nipotini in giro influisca sul mio disamore per il Natale.
Le mie perversioni sono sempre molto civili e discrete :-)
Nemmeno io amo molto le feste cosiddette comandate... da piccola piaceva anche a me, ora purtroppo vedo questa festa e anche altre solo come un modo per tirar fuori da ognuno quanta più formalità possibile.
Ecco, ora la vedo come una festa formale, tra parenti finti ecc... forse da adulti si vedono sfumature che da piccoli si è più intelligenti per sottovalutare il tutto e godersi comunque anche il momento, vero o finto non importa.
Non avevo più tue notizie e sono passata da qua... un bacione!
Posta un commento