le cose, profonde e belle, che ci uniscono alla fine a contare di più.
sono quelle che ci separano.
meglio, che separano te da me.
differenze che si trasformano in pregiudizi.
che cristallizzano paure antiche e recenti.
insicurezze, dubbi mimetizzati da certezze granitiche.
quel solco, quel confine su cui ci affacciamo, ci scrutiamo con perplessità e desiderio, ma che non attraversiamo.
perché posso accettare di te persino le cose che non amo, le ombre, le intemperanze, le chiusure improvvise, ma non che tu rifiuti le mie.
ti arrocchi e io, respinta, istintivamente faccio un passo indietro.
da adulti non coltiviamo più l'illusione di cambiare l'altro, ma forse, come se fossimo ancora adolescenti, non abbiamo il coraggio di permettergli di deluderci senza sentirci offesi o sminuiti.
né la forza per sopportarlo.
continuiamo a navigare a vista, sfuggendo un approdo per timore che sia un miraggio.
rischiando di naufragare, soli, su una spiaggia inospitale.
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4 commenti:
Navigare, approdo, naufragio... tutti temi ostici per "un milanes in mar" come me. Salto un giro
io, ai piedi delle montagne, ci devo essere nata per sbaglio invece ;)...
Buono a sapersi. Continuo a scoprire cose su cui non siamo d'accordo... sarà per questo che mi sei simpatica.
Buona domenica
I'm just a little bit opinionated, you know ;)...
Buona settimana.
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